Il Sisma bonus 2022 in realtà è una misura che è in vigore dal 1° Gennaio 2017 e prevede agevolazioni fiscali ( dal 50% all 85%) per interventi di adeguamento sismico degli edifici facenti parte delle zone 1, 2 o 3.
Con la Legge di Bilancio 2022 l’agevolazione è stata prorogata fino al 31 dicembre 2024, per cui è ancora possibile recuperare una parte delle spese sostenute dalle imposte sui redditi quando si eseguono interventi antisismici.
Per avere diritto alla detrazione sisma bonus è necessario eseguire interventi su immobili di tipo abitativo o utilizzati per le attività produttive, situati sia nelle zone ad alta pericolosità sismica (zone 1 e 2) che in quelle a minor rischio (zona 3). La classificazione delle zone sismiche è individuabile nell’ordinanza n. 3274 del 20 marzo 2003 del Presidente del Consiglio dei Ministri.
Per poter accedere al sisma bonus 2022 è necessario indicare i dati catastali dell’immobile nel quale sono stati eseguiti i lavori (nel caso di interventi su parti comuni di edifici residenziali è sufficiente il codice fiscale del condominio). Occorre poi conservare tutta la documentazione fiscale dei lavori ed effettuare il pagamento degli stessi tramite apposito bonifico bancario o postale, dove siano riportati i dati del committente e dell’impresa e la causale del versamento.
Rientrano nelle detrazioni fiscali del Sisma bonus tutti i lavori volti alla modifica sismica, ovvero tutti quegli interventi che andranno a rendere più resistenti gli edifici durante un evento sismico.
Vediamoli nel dettaglio:
Importante nella pratica del bonus per la riqualificazione antisismica è fare una classificazione di rischio sismico prima dell’inizio dei lavori ed a lavori ultimati.
Come anticipato le detrazioni fiscali del bonus per la riqualificazione antisismica variano in base agli interventi che si andranno ad effettuare all’immobile.
In via generale per le spese sostenute nel 2022 spetta una detrazione d’imposta del 50%, da calcolare su un importo massimo di 96.000 euro per ogni unità immobiliare. La detrazione viene ripartita in cinque quote annuali costanti.
Tuttavia si può usufruire di una maggiore detrazione per gli interventi che porteranno ad abbassare di una/due classi di rischio sismico l’edificio. Nello specifico si può arrivare una detrazione del:
Il Sisma bonus prevede un tetto massimo di € 96.000,00 per unità abitativa (pertinenze comprese, anche se distintamente accatastate) su cui possono essere calcolate le detrazioni.
Per i condomìni invece il massimale (sempre € 96.000,00) deve tenere conto anche delle pertinenze.
Spieghiamolo più concretamente con un esempio.
In un condominio composta da 4 unità abitative e 2 pertinenze il massimale da rispettare andrà cosi calcolato: 4 (unità abitative) + 2 (pertinenze)= 6 x € 96.000,00= € 576.000,00 (massimale da rispettare).
Il contribuente può beneficiare delle detrazioni fiscali o in 5 anni (5 rate di pari importo) o sconto in fattura (cessione del proprio credito d’imposta).
Possono beneficiare del bonus per la riqualificazione antisismica sia i contribuenti assoggettati a IRPEF sia i contribuenti passivi di IRES.
Vediamoli nel dettaglio:
I contribuenti elencati nei punti 6,7,8 possono accedere al Sisma bonus solo se sostengono le spese.
Il Decreto Rilancio introduce la maxi detrazione del 110% anche in materia di Sisma Bonus. In particolare, qualora vengano rispettate tutte le condizioni previste dal Superbonus, l’agevolazione è potenziata al 110%, divenendo così obbligatoriamente Super Sismabonus.
Rimane invece applicabile l’aliquota di detrazione Sismabonus ordinario qualora non vi siano le condizioni per l’applicazione del Superbonus 110% (interventi effettuati su immobili diversi da quelli residenziali, come capannoni, professionista che detiene un’unità immobiliare non in condominio).
Esistono delle differenze tra bonus per la riqualificazione antisismica classico e Sisma bonus 110%.
Andiamole ad analizzare: